Il sistema geroglifico era in parte pittorico e in parte fonetico. Un solo segno poteva avere valori differenti, a seconda che fosse utilizzato in funzione di ciò che rappresentava, cioè come ideogramma, o per il suo valore fonetico, ovvero come fonogramma. Per esempio, l’occhio poteva significare letteralmente "occhio", oppure avere il valore fonetico iri.
All'origine della scrittura, ogni segno svolgeva la funzione di pittogramma; in altre parole, il senso era rappresentato in maniera figurata dal segno stesso. Un pesce significava "pesce", una casa voleva dire "casa". Gli egiziani disegnavano un oggetto sempre nella stessa maniera convenzionale, in modo da non suscitare ambiguità. Per tradurre un’azione, la rappresentavano per mezzo di una figura umana semplificata, oppure per mezzo della parte del corpo che compiva l’azione stessa (un braccio, una mano, la bocca, ecc.).
Con il passare del tempo l'esigenza di esprimere concetti astratti e nomi propri condusse ad utilizzare i segni per il loro valore fonetico.